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PARTITO COMUNISTA DI GERMANIA
(Kommunistische Partei Deutschlands, 1919-1968).
Partito politico costituitosi nel 1919 per iniziativa di Karl Liebknecht
e Rosa Luxemburg. Fu sino al 1933 la più importante sezione della
terza Internazionale comunista dopo il Pcus. Con una linea fortemente conflittuale
promosse le fallite insurrezioni del 1919, 1921 e 1923. Presentandosi come
l'unica organizzazione politica in grado di sviluppare in Germania il percorso
rivoluzionario sovietico, sull'onda degli squilibri sociali dell'epoca,
acquistò rapidamente una grande influenza fra la classe operaia e
una consistente forza elettorale (tre milioni di voti nel 1924, quasi sei
nel 1932). Incapace di sviluppare una concreta opposizione al nazismo anche
per il settarismo che lo contrapponeva, isolandolo, alla socialdemocrazia,
fu messo fuori legge nel 1933 e i suoi militanti furono tra i primi a essere
deportati e sterminati nei lager. Ricostituitosi nel 1945, nella Germania
orientale si fuse con i socialdemocratici dando vita al Partito socialista
unificato di Germania (Sed) e andando al potere, mentre in Germania occidentale
non riuscì più a riconquistare la precedente influenza e nel
1956 fu nuovamente messo fuorilegge. Si ricostituì nel 1968 con il
nome di Deutsche Kommunistische Partei (Dkp), rimanendo a livelli minimi
di consenso elettorale e politico. |
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